Disavventure all’italiana nella multietnica San Francisco

disavventure in america

Due italiani a San Francisco: Disavventure, imprevisti e perdite di soldi!

Il mio primo viaggio negli Stati Uniti inizia da qui, nella caotica San Francisco, città che ci ha fatto sognare nei film degli anni ’70, con le sue strade in pendenza e con gli hippie dai capelli lunghi e i jeans a zampa di elefante!

Vade retro per chi cercava in questo articolo una guida su cosa vedere a San Francisco (Quello lo scriverò più avanti).

Se invece avete voglia di farvi quattro risate sulle disavventure e imprevisti che mi hanno fatto quasi desistere a continuare il viaggio negli States, sì allora siete nel posto giusto.

Atterriamo a San Francisco e ci dirigiamo all’hotel con l’intento di riprenderci dal jet lag, ma capisco già, appena arrivo nella zona che segna il gps come punto di arrivo, che la sfiga mi segue anche dall’altra parte dell’oceano!

Ci siamo affidati all’agenzia di viaggi e siamo capitati nel quartiere dei senza tetto e dei pazzi. Due erano le cose , o cercare un altro hotel, perdendo i soldi di questa prenotazione, o chiudere gli occhi per 3 giorni e sperare che la città ci avrebbe regalato tanti sorrisi da dimenticare questo dettaglio.

Non è andata proprio così!

L’intoppo di alloggiare in un quartiere poco sicuro porta con se altri problemi : il primo è, che è fortemente sconsigliato parcheggiare nei parcheggi lungo la strada. Sì, mi sono informata dal parcheggiatore del nostro hotel , e ci ha avvertito che è già successo che spaccassero i vetri delle macchine o le rovinassero dall’esterno; quindi niente da fare.

( qui apro una parentesi e riporto ad un’episodio del giorno dopo, quando , guidando attraverso questi quartieri abbiamo visto un barbone che, non si sa se per dispetto o vendetta, stava urinando sullo sportello di una bella macchina parcheggiata in strada! 😯 )

Ok, decidiamo di parcheggiare nei parcheggi dell’hotel e, dulcis in fundo, veniamo informati che dobbiamo pagare 35 dollari a notte (che poi , a nostra insaputa, con l’aggiunta delle tasse sono diventati 40 dollari a notte) .

Ma anche se un po’ perplessi accettiamo lo stesso. Insomma meglio che pagare molto di più per dei danni alla macchina!

Il secondo problema era che per forza di cosa dovevamo prendere la macchina per andare negli altri quartieri, senza poterci spostare a piedi, anche solo per andare a prendere i mezzi pubblici (che si sa, è la cosa più conveniente in una città con tanto traffico)

La notte , complice una fame tremenda, ci dirigiamo nel primo ristorante che ci capita, un giapponese.

Qui scopriamo la tremenda verità sulle mance americane, che avevo tralasciato o per meglio dire, letto in qualche articolo e archiviato in una parte remota del cervello.

La mancia è obbligatoria, si dice ,perché i camerieri guadagnano poco e, tramite le mance arrotondano con lo stipendio.

Quando mi trasferii in Germania, arrivando da un Italia dove le mance sembravano (e sembrano) quasi una cosa extraterrestre, mi abituai a questo uso comune che le mance erano un extra per un buon servizio, in bar, ristoranti, dai parrucchieri e così via.

 

Insomma eravamo già abituati. Ciò a cui invece non eravamo abituati era che in America le mance sono obbligatorie a percentuale! Quindi, se i camerieri fanno un brutto servizio, io devo comunque dare una mancia del 15% in base ai soldi che spendo.

Da qui mi sono promessa di spendere sempre poco nei ristoranti o di andare nei self service, ma si sa, nelle grandi città è impossibile trovare un posto economico. Siamo saltati da un conto di 90 dollari con mancia di 16 dollari  a mangiare al famoso Bubba Gump, pagando 50 euro per due piatti (che a loro discolpa devo dire erano buonissimi)!

italiani a san francisco

Il giorno dopo, i problemi con il denaro non erano mica finiti. Partiamo al mattino presto in direzione del molo, per prendere il traghetto che ci avrebbe portato ad Alcatraz, con l’intenzione di parcheggiarci il più vicino possibile! Sbagliato. Lungo la strada c’erano solo parcheggi a parchimetro limitato fino a due ore, o parcheggi “custoditi” a prezzi elevati. Girando per mezzora riusciamo a trovare un parcheggio decente al Pier 1 al costo di 7 euro l’ora.

Una camminata al mattino non fa mai male, ci diciamo, peccato che non avevamo fatto i conti con il meteo di San Francisco! Sì perché la città, dovete sapere, ha un tempo variabile come l’umore di una donna in quel periodo li! Insomma freddo, caldo, vento, nebbia, caldo, freddo, giubbotto invernale…

Ecco, alle 8 del mattino, camminando dal Pier 1 al Pier 33, siamo stati investiti da un vento freddo , che mi sono maledetta per non aver infilato una felpa in valigia.

Poco più avanti, dall’altra parte della strada notiamo altri parcheggi molto più vicini che costavano anche di meno. -.-

Ovviamente le disavventure non finiscono qui!

 

Un giorno, come d’obbligo, lo passiamo invece alla Napa Valley dove, per 30 euro, prendiamo un pass per degustare il vino in 10 enoteche diverse.

disavventure a san francisco

Di queste 10 enoteche, due non erano più attive a questo servizio e delle otto rimaste, scopriamo che in una non fanno le degustazioni in quel giorno (era venerdì) , anche se prima di noi erano stati serviti altri due ragazzi!

Dopo che cerchiamo di capirne il motivo (invano) il direttore si arrende e ci offre comunque un bicchiere!

In un’altra enoteca ci concediamo invece due piattini di stuzzichini (molto buoni devo dire) senza controllare i prezzi (per lo meno io). Solo quando paghiamo, scopro che a piatto abbiamo mangiato la media di 16 euro!

Qui, mi sono presa la colpa per non aver controllato i prezzi precedentemente e quasi quasi mi sarei schiaffeggiata da sola.

Oltre alle disavventure con i soldi succede anche che, arrivati ad un rifornitore, nel momento di mettere la benzina ci accorgiamo di non sapere se la macchina è un diesel o un gasoline.

Sia per la foga di prendere velocemente la macchina al rent a car , ma anche per il fatto che non capivamo bene l’inglese ci siamo trovati senza sapere che tipo di rifornimento necessitava la macchina.

Fortuna che gli americani sono tutte persone che, quando possono, aiutano volentieri. Questo caro signore,il proprietario del distributore, ha chiamato da parte nostra l’agenzia del noleggio e gli ha chiesto che tipo di benzina serviva per il nostro modello d’auto. Ci ha salvato insomma!

benzina a san francisco

Logicamente le sfortune ci hanno accompagnato per tutto il viaggio, ma a San Francisco abbiamo fatto il pieno!

 

E tu, durante in tuo viaggio a San Francisco

o in America, hai avuto qualche

disavventura che ti ha totalmente demoralizzato?