A volte guardando oltre, verso posti lontani, ci dimentichiamo che la nostra terra racchiude storie e culture che meritano di essere approfondite.
La Sardegna è un’isola di culto e mistero, che ospita luoghi sacri ,sparsi per tutto il territorio, legati a leggende e culti pagani. Tra questi, un paio di giorni fa, siamo andati a visitare un sito di Domus de Janas e una zona nuragica.
Domus de Janas
Domus de janas Chirisconis
Le Domus de Janas sono delle tombe scavate nella roccia costruite una affianco all’altra formando delle necropoli, risalenti al periodo prenuragico. (circa 4.000 anni fa) Oggi se ne conta, sparsi per tutta la Sardegna, circa 2.400.
Nonostante possiamo trovare delle tombe scavate nella roccia in altri siti mediterranei, esse vengono valorizzate sopratutto in Sardegna, in quanto la roccia , anche dopo tanti anni, è rimasta ancora in ottime condizioni.
Le Domus de Janas furono costruite come vere e proprie case, sia in forma rotonda che con pianta rettangolare, con tetti a cupola oppure spioventi. Venivano decorate con disegni e incisioni nella roccia, e delle volte arredate con armadi, corredi e tavoli, dove si appoggiava il cibo che serviva al defunto durante il suo viaggio nell’aldilà. Si pensava infatti che i beni materiali potessero servire al morto in una vita spirituale successiva a quella terrena.
Secondo i riti, il morto veniva portato da casa sua alle tombe, che venivano viste come una seconda casa. Il corpo, adagiato in posizione fetale, rimaneva dentro la tomba finché non si deteriorava e veniva sostituito con altre persone appena morte.
Con il passare del tempo alcune tombe vennero utilizzate per altre attività che non riguardavano la morte, come ad esempio le tombe di Sant’Andrea Piru a Bonorva, che durante la dominazione romana e bizantina furono trasformate in una chiesa.
Fatine e Leggende?
Se le Domus de Janas rappresentano un modo antico di seppellire i morti in loculi sotterranei , il nome invece rievoca leggende antiche tramandate da padre a figlio.
La parola “Domus de Janas” significa Case delle Janas, e per janas si intende piccole fate o, a seconda della leggenda, delle streghe cattive che vivevano nelle case nella roccia e che uscivano solamente la notte.
Le Janas non si esponevano alla luce del sole per non rovinare la candida pelle, ed erano piccole come un palmo della mano. Vestivano di rosso e portavano al collo delle collane in oro.
Le piccole fate erano così belle che brillavano di luce propria. Quando la notte non c’era la luna andavano a pregare presso i tempi nuragici e ,lungo il cammino, dovevano attraversare rovi e spine, tanto che, per farsi strada utilizzavano la propria luce.
Passavano il tempo a filare e delle volte scendevano in paese, accostandosi alle culle dei neonati e predicendo se, in futuro avrebbero avuto fortuna o sfortuna.
Non erano cattive, ma lo diventavano se venivano truffate. Accadde una volta, nei pressi di Macomer, che le Janas stavano ballando con gli uomini, tra canti e suoni, facevano piroette nel buio della notte, fino a che ad una Janas non rubarono i bottoni di filigrana. Arrabbiate e offese le fate se ne andarono e non tornarono più a fare visita a gli uomini.
Si possono vedere ancora oggi volteggiare sotto la luna, luminose, vicino alle loro case di rocce.
Dove trovare le Domus de Janas?
Sa conca ‘e mortu
Le tombe nuragiche sono sparse in quasi tutta la Sardegna e visitarle tutte sarebbe impossibile. Ecco quindi alcuni dei principali siti :
Nella località Concas, in Gallura, si trova la domus de janas dell’Ariete, uno dei pochi casi dove si trova incisa nella roccia la figura di un toro.
Nella zona di Irgoli si trova Sa conca ‘e mortu, uno dei più famosi domus de janas della Sardegna, per via della sua forma, che come dice il nome, ricorda un teschio (la testa del morto).
Nel territorio di Cuglieri, a Pittudi, Serruggiu e Fanne Massa, si trovano numerose domus de janas dove, all’interno, furono trovati dei corredi funerari che , oggi, si trovano nell’Antiquarium di Cuglieri.
Nel centro di Busachi si trovano oltre venti domus de janas ,chiamate Cottejana e nella zona di San Vero Milis e sa Rocca Tunda invece si trova il complesso di Serra Araus.
Per saperne di più rimando al sito dove trovate una lunga lista di zone da visitare.
Inoltre alcuni centri sono chiusi in inverno ,e in estate sono accessibili solo a pagamento, è pertanto opportuno , se avete intenzione di vedere le Domus de Janas tra Novembre e Aprile, accertarsi prima su i siti internet appositi, se sono aperti tutto l’anno o ad libero accesso.
I Nuraghi nella storia
Nuraghe Nuraddeo, Suni
Il periodo nuragico si sviluppa tra il 1500 e il 500 a.C. quando incominciò la diffusione dei nuraghi.
I nuraghi sono simbolo ancora oggi della Sardegna, e sono ciò che maggiormente fa riempire di orgoglio il popolo sardo.
Sparsi per tutta l’isola (se ne contano circa 8.000 rispetto ai 20.000 del passato) sorgono dietro roveri, tra le campagne sperdute del centro Sardegna, circondati da arbusti e vegetazione.
Sono costituiti da pietre messe una sopra all’altra, secondo un metodo di piani inclinati, che venivano poi distrutti a fine dell’opera. I massi alla base, che dovevano reggere tutta la struttura , raggiungevano anche le 5 tonnellate ciascuno.
I nuraghi variano di dimensioni e di altezza, che può essere tra i 10 e i 25 metri. Venivano creati a forma di cono che si restringeva verso l’alto, fino a chiudersi. Oggi in quasi tutti i nuraghi però non vi è traccia della punta, e molti sono semplicemente aperti alla sommità.
A cosa servivano i Nuraghi?
Se si ripercorrono le varie ipotesi, riguardo la creazione dei nuraghi, non se ne trova una da prendere in maggiore considerazione rispetto alle altre. Semplicemente l’utilizzo dei nuraghi rimane ancora oggi un mistero.
In età nuragica le persone si riunivano in tribù, creando quasi una società divisa per gerarchia in capi ,pastori, guerrieri, uniti sopratutto dalla necessità di difendersi dagli attacchi.
Ecco quindi che si può pensare che i nuraghi servissero come fortezza, una specie di castello dove poter andare per proteggersi da attacchi esterni, e dove tutto attorno si svolgeva la vita del popolo. Ovviamente secondo questa ipotesi i nuraghi non venivano abitati assiduamente.
I nuraghi posti in riva al mare invece venivano usati come difesa e controllo del territorio.
Con il tempo assunsero vari usi dalle popolazioni che abitavano di secolo in secolo le vicinanze, vennero usati ad esempio come tempi per adorare le divinità , come magazzini per il deposito di merci o come luogo di riunioni.
Dove trovare i più importanti Nuraghi?
Nuraghe Losa
I maggiori centri nuragici in Sardegna si trovano nella parte nord occidentale, e formano quasi una fascia che divide l’isola in due.
Il più importante e conosciuto è sicuramente Su nuraxi, un grande complesso che si trova a Barumini,al centro dell’isola, dove ,anche dal nome, si capisce come esso non sia un nuraghe ma bensì “il nuraghe” tra tutti gli altri.
Nella zona di Abbasanta, nell’oristanese, troviamo in nuraghe Losa, affiancato da un villaggio abitato in epoca punica o romanica. Le rocce, con il tempo, hanno preso un colore rossiccio e sono luogo di crescita per edere dalle foglie verdi brillante.
Troviamo invece nella zona di Sassari il nuraghe di Torralba formato da una fortezza e un villaggio di 14 capanne, e nei pressi di Cagliari a Orroli, il nuraghe Arrubiu, il piu’ grande dell’isola.
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