Viaggio nel Sinis – La Sardegna è una terra misteriosa e carica di storia; è la terra dei mestieri antichi, delle tradizioni e delle continue scoperte; un’isola intrisa di sapori e profumi, circondata da un mare blu e abitata fin dai tempi antichi.
Romani, arabi, bizantini, cartaginesi e fenici hanno vissuto in questo luogo, amandolo come facciamo noi oggi, e ancora prima è stata casa della civiltà nuragica. Ma negli ultimi decenni si è fatta una nuova scoperta.
Era l’inizio del ’70 quando due agricoltori trovarono le prime testimonianze di un nuovo e antico centro storico, sito nel territorio del Sinis a pochi chilometri dalla città di Oristano. Scavando la terra con un aratro sono comparsi i guerrieri, le spade, gli archi e gli scudi; braccia possenti, nasi appuntiti e spalle larghe.
Sono stati ritrovati gli Eroi di Mont’e Prama, unici nel loro genere: statue alte più di due metri, imponenti e ancora ben conservate, che hanno resistito ai secoli fino ad arrivare ai giorni nostri.
È da questo suggestivo angolo di storia che il weekend dell’11-12 e 13 maggio si è svolto il primo social tour nella costa del Sinis, organizzato nell’ambito del progetto #wearemonteprama da We Are Mont’e Prama e Igers Sardegna, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il complesso scultoreo di Mont’e Prama.
Un fine settimana che ci ha portato a scoprire da cima a fondo tutta la costa appartenente al comune di Cabras e al comune di San Vero Milis, dalle piccole cale alle lunghe spiagge bianche fino alle alte scogliere calcaree dove il verde incontaminato, ancora sgargiante grazie alle abbondanti piogge dei giorni scorsi, incontra il blu intenso del mare. Una full immersion tra i lavori artigiani, quelli fatti con il cuore e con la passione di chi crede ancora nei mestieri manuali, i prodotti tipici del luogo e i siti archeologici che ci legano al nostro passato.
SOCIAL TOUR NEL SINIS
Ospiti del bellissimo Hotel Raffael di Putzu Idu, iniziamo il nostro tour il venerdì pomeriggio proprio dalla marina di San Vero Milis, raggiungendo con una breve camminata le scogliere di Su Tingiosu e spingendoci ad est fino a salire sul promontorio di Capo Mannu.
Una delle caratteristiche che contraddistinguono le coste sarde è la numerosa presenza di torri costiere, distanti l’una dall’altra anche pochi chilometri, ed è proprio qui che se ne trovano due: quella di Sa Mora, che affaccia sulla spiaggia di Putzu Idu, e quella che prende il nome dall’omonimo promontorio, sita sul lato orientale delle scogliere, di fronte alla spiaggia di Sa Mesa Longa.
Le due torri sono collegate da un suggestivo sentiero di circa due chilometri, che costeggiando il mare si immerge nel silenzio più totale e attraversa campi di papaveri e file di bassi arbusti inclinati dal vento.
La nostra prima sera si conclude qui, in prossimità delle onde, dinanzi uno spettacolare tramonto che tinge tutta la costa di rosa e ci regala un momento di pura contemplazione, dove il sole si concede un ultima volta all’uomo prima di sparire dietro l’orizzonte e lasciare spazio ad un manto di stelle luminose.
Sabato mattina, dopo una colazione abbondante, raggiungiamo la Peschiera Sa Madrini, poco distante dal paese di Cabras, dove si trova l’allevamento di muggini più noto della Sardegna, principale produttore della famosa bottarga chiamata anche l’oro di Cabras.
Veniamo accolti da un gruppo di pescatori che ci mostrano le vasche, dette Lavorieri, dove viene fatto entrare il pesce prima di essere pescato. Storicamente queste camere di cattura venivano costruite con filari di canne e la pesca veniva effettuata con le reti. A Sa Madrini non si trovano più le strutture di canna ma la pesca antica è sempre la stessa, tramandata di generazione in generazione.
È grazie a Tore e Angelo, due simpatici pescatori, che possiamo così assistere alla tradizionale pesca del mattino. Una volta infilate le tute si immergono nelle vasche fino al petto e camminano silenziosamente verso l’interno, tendendo la rete alle due estremità; con un colpo solo alzano le braccia verso l’alto e catturano un gruppo di pesci, continuando finché non hanno abbastanza pescato da portare poi alle pescherie o ai centri per la produzione di bottarga.
Il social tour nella terra degli Eroi di Mont’e Prama continua nel paese di Cabras, dove veniamo accolti dal signor Elia che ci mostra la realizzazione di Is Fassõis, antiche imbarcazioni realizzate con le piante acquatiche di feun.
Pare che questo tipo di imbarcazioni siano uniche nel loro genere, forse realizzate dai fenici, e che qualcosa di simile è stato ritrovato solamente presso il lago Titicaca, in Perù, e tra le raffigurazioni dell’antico Egitto.
Il signor Elia continua ad intrecciare i fasci di feun legandoli con dei fili mentre ci racconta che in passato queste “barche” venivano utilizzate per la pesca nel lago mentre oggi sono destinate ad essere pezzi di esposizione nei musei. Uno dei momenti in cui si può assistere all’immersione degli Is Fassõis è durante la regata di Santa Giusta, che avviene la prima domenica di agosto.
Mentre la mattina vola ci avviciniamo sempre di più al fulcro del territorio del Sinis e all’ora di pranzo ci troviamo dinanzi Tharros, un sito archeologico tra i più importanti del Mediterraneo, che con i secoli ha subito diverse trasformazioni; da villaggio nuragico a centro commerciale fenicio, da fortezza cartaginese a città romana, fino a passare in mano ai bizantini e divenire per ultimo capitale del giudicato di Arborea.
Un grande centro urbano che ha resistito a duemila anni di storia e che oggi si presenta come un grande intreccio di strade antiche, resti di case e cocci di vasi rinvenuti da sotto terra. Il mare lambisce le estremità di Tharros ed è proprio sotto di esso che si trova il resto della città; sì perché un tempo la città non era grande come si può vedere ora, ma arrivava fino alla Torre di San Giovanni, posta su un colle alle spalle del sito archeologico, continuava fino alla spiaggia e si sviluppava dove ora c’è il mare. Non per niente viene anche chiamata “la città sommersa“.
Facendo una tappa a Tharros non si può non salire fino alla torre, da cui si gode di un panorama meraviglioso che si estende a ovest fino alla spiaggia di Maimoni e a est fino al promontorio di Capo San Marco, dove sono incastonate delle tombe di età fenicia che compongono la necropoli meridionale del sito archeologico.
Tra natura, storia e paesaggi fioriti non può saltare un pranzo immersi in questo contesto e quale posto migliore se non il Tharros Ristobar, – a fianco alla biglietteria di Tharros – per gustare le pietanze del luogo? Se al mattino abbiamo visto la pesca del muggine, all’ora di pranzo possiamo finalmente assaggiare i piatti tipici a base di bottarga.
Dalla crema alla bottarga, così delicata che si scioglie in bocca, alla pasta al fumetto, condita con muggine affumicato, pomodorini, melanzane e bottarga, ci lasciamo incantare dalla delizia di questi piatti e rimaniamo meravigliosamente colpiti dalla cura e l’attenzione che la cuoca mette nella preparazione delle pietanze.
Sazi e soddisfati ci allontaniamo da quest’angolo di paradiso e ci spingiamo verso il territorio di Cuglieri, lasciandoci alle spalle la costa del Sinis per scoprire la zona di S’Archittu, spiaggia famosa per il suo arco naturale, e la cascata di Capo Nieddu, l’unica cascata a mare in Italia.
Dopo un breve trekking tra la macchia mediterranea arriviamo finalmente alle alte scogliere di Capo Nieddu dove il Rio Salighes, dopo aver attraversato l’altopiano di Campeda, si butta a mare con un salto di 40 metri.
La Sardegna è una delle regioni più variegate d’Italia: dall’entroterra selvaggio si passa in breve tempo alle alte scogliere e a zone come questa che ricordano più un paesaggio irlandese che sardo. Immersi nella quiete, lontani da strade o case si trova una delle zone meno frequentate dell’oristanese ed è qui che concludiamo, sempre dinanzi un tramonto e circondati dalla natura, la seconda giornata del social tour organizzato da We Are Mont’e Prama.
Cosa c’è di meglio che iniziare la domenica tra calette dalla sabbia bianca e il mare limpido e turchese? Sa Mesa Longa è una delle zone del Sinis dove si trovano grandi cale incastonate nella roccia, nascoste dalla spiaggia e raggiungibili con una camminata di pochi minuti.
Per le famiglie con bambini questa spiaggia è come un piccolo paradiso, in quanto a largo si trova un muro di roccia – da qui il nome Sa Mesa Longa – che impedisce alle onde di arrivare a riva creando una piscina naturale.
Lasciando la marina di San Vero Milis per dirigerci a Cabras, ci fermiamo nella necropoli di Mont’è Prama il sito storico e archeologico dove sono stati scoperti gli Eroi di Mont’e Prama.
Un tassello necessario da visitare prima di arrivare al Museo Civico Giovanni Marongiu di Cabras, dove si trovano nove delle statue ritrovate – le restanti sono al museo archeologico di Cagliari -, composte da arcieri, guerrieri e pugilatori. Questi sono gli unici esempi di statuaria in pietra del periodo nuragico e uno dei più antichi del Mediterraneo.
Ma perché si chiamano eroi e non giganti? Qui trovate una spiegazione esaustiva e alcune curiosità storiche.
Il biglietto d’ingresso al museo costa 5 euro e pagando 9 euro è possibile prendere il ticket cumulativo che comprende il museo, le rovine di Tharros e la Torre di S.Giovanni.
Secondo uno studio avvenuto nella primavera del 2017, ci può essere un qualche collegamento con l’Esercito di Terracotta di Xi’An, in Cina, scoperto nel 1974, stesso anno in cui sono stati scoperti gli Eroi di Mont’e Prama. È proprio per questo motivo che si è avviato un gemellaggio tra la Sardegna e la provincia dello Shaanxi, dove attualmente si trova il museo che ospita le statue di terracotta.
Non poteva che concludersi qui il social tour dedicato alla promozione del complesso scultoreo di Mont’e Prama, di fronte alle statue che hanno completato il quadro archeologico del territorio del Sinis. Un evento dedicato all’archeologia e alla storia, alla passione delle persone verso le tradizioni antiche; un intreccio dell’identità della Sardegna, quella che riesce a farsi largo nella modernità e resiste nonostante il passare del tempo.
Se desiderate vedere altre foto riguardo la costa del Sinis e gli Eroi di Mont’e Prama seguite su Instagram l’hashtag #wearemonteprama e #sinisexperience.